I VERBI DIFETTIVI

I verbi di questa categoria presentano una declinazione INCOMPLETA, che secondo i diversi casi MANCA DEL SISTEMA DEL PRESENTE oppure POSSIEDE ALCUNE FORME.



VERBI MANCANTI DEL SISTEMA DEL PRESENTE

COEPI, COEPISTI, COEPTUM, COEPISSE, "avere incominciato";

la prima forma
del paradigma di questi verbi è IL PERFETTO, poichè il PRESENTE, in questo caso "coepio", cadde in disuso.

LE FORME ATTIVE E PASSIVE DEL PERFETTO E DEL SUPINO SONO INALTERATE.


MEMINI, MEMINISTI, MEMINISSE, "ricordare, ricordarsi";

Possiede SOLO LE FORME DEL PERFETTO E DEL SUPINO, tutte regolari.
Il significato però è inteso spesso come PRESENTE, data la natura del ricordo, che ha radici nel passato; si parla in questo caso di PERFETTO LOGICO.


ODI, ODISTI, ODISSE, "odiare";

Come il precedente
ha LE FORME DEL PERFETTO E DEL SUPINO, regolari.
Il suo significato è inteso come PRESENTE, data l’origine passata del ricordo.


VERBI CHE POSSIEDONO SOLO ALCUNE FORME

AIO, "dico", "affermo".

Viene usato COME INCIDENTALE solo per alcune forme, esempio: UT AIT, "come dice".

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Si utilizzava spesso AIN?, "dici davvero?", e quale risposta AIO, "sì".
INQUAM, "dico", "rispondo".

Usato nel discorso DIRETTO, spesso terza persona "inquit", per indicare un ipotetico INTERLOCUTORE; possiede le forme:

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FARI, "parlare".

Tipico del linguaggio sacrale e poetico, significa propriamente "parlare in modo solenne". Sono documentate alcune forme:

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Ha parecchi composti come:
AFFARI, "rivolgersi a...", EFFARI, "pronunziare", PRAEFARI, "premettere", PROFARI, "predire".



AVE, SALVE, VALE

Gli imperativi AVE, AVETE, AVETO, insieme a SALVE, SALVETE, SALVETO e VALE, VALETE, VALETO, rappresentano i vari SALUTI ROMANI.

Sono presi dal verbo valeo, "stare in buona salute", e dai verbi in disuso aveo, "salutare", salveo, "stare bene".
Si utilizzano per la seconda persona singolare e plurale, e al futuro come augurio:
"stai bene", "state bene", "che stiate bene"; "ti saluto", eccetera.



*le forme indicate SONO SOLAMENTE LE PRIME USCITE del tempo.
IL PASSIVO CON I VERBI SERVILI

I verbi servili , che costituiscono un unico predicato con l’INFINITO che segue, quando sono VOLTI AL PASSIVO MANTENGONO LA FORMA ATTIVA.
CAMBIA INVECE L’INFINITO, che diventa passivo; questi sono:

POSSUM, potere; DEBEO, dovere; SOLEO, essere solito; INCIPIO, incominciare; DESINO, cessare; esempio:

nemo semper beatus haberi potest,
nessuno può essere ritenuto sempre felice.

haec dici solent; letteralmente, queste cose sono solite essere dette, cioé:
si suole dire queste cose.

I PERFETTI COEPI, ‘incominciai", e DESII, "smisi", CAMBIANO INSIEME ALL’INFINITO, diventando DI FORMA PASSIVA:

liber legi coeptum est;
il libro cominciò ad essere letto, cioè:
si cominciò a leggere il libro.

Si utilizza questa costruzione ANCHE PER UN PASSIVO IMPERSONALE:

exiri ceptum est;
si cominciò ad uscire, dove infatti manca un [soggetto definito.

NOTA) ATTENZIONE AI VERBI DI FORMA PASSIVA MA SIGNIFICATO ATTIVO, infatti la REGOLA sui perfetti NON VALE in questi casi. Un infinito passivo solo nella forma accompagnerà ad esempio COEPI e non coeptus est.


USO DEI VERBI DIFETTIVI: MEMINI

Questo verbo sarà costruito con:

1) IL GENITIVO della PERSONA ricordata (alicuius);
2) GENITIVO o ACCUSATIVO della COSA (alicuius rei, aliquid);
3) ACCUSATIVO della COSA, quando espressa CON UN PRONOME neutro;
esempi:

semper vestri meminero;
mi ricorderò sempre di voi.

Virtutis tuae (virtutem tuam) memini;

ricordo il tuo valore.

Haec meminisse volo;

voglio ricordare queste cose.

 

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